Oltre al rispetto ambientale, al senso civico, al dovere di lasciare un pianeta ancora vivibile alle future generazioni, la raccolta differenziata ed il riciclo dei rifiuti possono avere anche un valore economico per chi le mette in atto.
Il cosiddetto reverse vending (vendita al contrario) è una sorta di rimborso (con denaro contante o buoni d’acquisto) per lo smaltimento di bottiglie e lattine vuote.
Esistono al riguardo dei cassonetti intelligenti, di solito collocati in un’area dedicata nei supermercati, ma anche in ristoranti e fast-food, le cosiddette reverse vending machines, che funzionano erogando dei buoni d’acquisto o denaro contante, in seguito all’inserimento di contenitori vuoti.
Di seguito qualche esempio al riguardo su suolo italiano:
il comune di Manerba del Garda ha sistemato delle reverse vending machines, in prossimità della spiaggia. Un sistema doppiamente efficace, sia per la pulizia che per le ricadute economiche. Quest’incentivo a raccogliere e riciclare ha dato subito i suoi frutti e Manerba ha raggiunto in pochi mesi un indice altissimo di raccolta differenziata, per una località turistica, dove i villeggianti, per fortuna sempre meno spesso, tendono a lasciare rifiuti costituiti principalmente da plastica e alluminio, sulle spiagge.
A Roma in alcune piazze, è possibile inserire bottiglie PET e lattine d’alluminio in appositi compattatori della Plasturgica, azienda svizzera per la conversione di materiali plastici tramite il processo di “Upcycling” (il recupero del prodotto per la sua conversione in un bene di qualità superiore), per la promozione di un sistema di buoni sconto in modalità coupon. I coupon ricevuti con questa modalità potranno essere utilizzati negli esercizi commerciali aderenti all’iniziativa entro il limite indicato sul tagliando ed anche ceduti a terzi.
In alcuni paesi d’oltralpe, lo stato obbliga i venditori a pagare per il riciclo delle bottiglie e dei materiali di imballaggio, garantendo in questo modo sia il reverse vending, che l’attenzione da parte delle aziende produttrici ai materiali di imballaggio dei quali viene addirittura indicato il valore in etichetta.
In molti paesi europei questo sistema fa parte della quotidianetà e le eccezioni sono rappresentate dai paesi che non adottano tali modalità di smaltimento dei rifiuti. In Italia le regioni e le singole città che adottano il reverse vending, sono ancora poche e considerate quindi delle eccellenze.
Se ci si riflette, il concetto del reverse vending è lo stesso del “vuoto a rendere”, sistema che funzionava in Italia anni fa. Sistema che in alcuni paesi si è giustamente evoluto, mentre da noi è stato abbandonato sull’onda della mentalità consumistica usa e getta. Si tratterebbe quindi anche di riprendere alcune buone abitudini,