Ci sono poche parole nel vocabolario di un imprenditore che suscitano lo stesso clamore del termine “reddito passivo” così ampiamente usato nel marketing multilivello e nel mondo del web.
Con reddito passivo si intende un guadagno su base regolare a cui dobbiamo dedicare soltanto un minimo di sforzo per mantenerlo attivo. Ma è davvero possibile?
Imparare la verità evitando i soliti falsi miti sul reddito passivo è stata una ricerca personale che ho intrapreso quando iniziai a bloggare nel 2007. Nel corso degli ultimi anni ho visto talmente tanti case study di amici e colleghi (me compreso!) alle prese con la scoperta del reddito passivo che credo sia giunto il momento di mettere le cose in ordine. Esaminiamolo insieme.
L’idea di reddito passivo mi venne presentata quando avevo solo 18 anni coi primi sistemi di guadagno giunti in Italia attraverso il marketing multilivello: Amway, Herbalife e YourStore.
A parte le prime due aziende che sono indiscutibilmente delle grosse realtà mondiali del marketing multilivello, l’ultimo caso fu un grosso fallimento (non personale ma aziendale).
Deluso da questa esperienza, abbandonai momentaneamente l’idea di guadagnare attraverso un reddito passivo. Gli anni seguenti li trascorsi presso un’azienda come dipendente, mentre in cuore continuavo a cullare l’idea di crearmi delle piccole entrate automatiche. Cercavo qualcosa che potesse incrementare il mio stipendio.
Mi imbattei nel web che ad oggi considero il miglior strumento con cui creare un reddito passivo. Ma anche qui, attenzione perché di faciloneria ce ne è parecchia!
Ora, senza elencare tutte le tappe, posso dirvi che questo blog e la mia guida sul benessere fisico, sono un perfetto esempio di reddito passivo (sono solo una piccola parte delle attività che svolgo su internet). Successivamente, approfondii il discorso trovando il culmine di quello che ritengo il miglior stile di vita in assoluto, leggendo il best seller di Timothy Ferriss: 4 Ore Alla Settimana.
Ferriss è un imprenditore intelligente capace di costruire business che richiedono la minor quantità di tempo e fatica necessaria per il massimo profitto possibile. Molte pagine del suo libro presentano dei modelli che si basano molto sull’automazione in modo da poter perseguire altri interessi differentemente da cosa stiamo facendo e dove ci troviamo fisicamente.
Ancora prima di leggere 4 Ore Alla Settimana, avevo scoperto dei nuovi termini: vendite in affiliazione, AdSense, vendite eBook e video tutorial, noleggio di siti, ecc.
Yaro Starak, Steve Pavlina e Darren Rowse fanno soldi apparentemente senza sforzo creando attraverso il web dei flussi di reddito. Capii che il mio obiettivo non era semplicemente quello di lavorare ovunque (stile di vita molto comune ai nomadi digitali e freelance) ma crearmi dei redditi passivi che potessero farmi guadagnare anche mentre dormivo.
Negli anni ho testato tecniche di blogging, usato gli annunci di AdSense, messo in vendita un ebook (ne ho in mente un altro), aderito a dei programmi di affiliazione italiani e stranieri.
I risultati non furono entusiasmanti all’inizio, e questo perché forse mi ero perso qualche sfumatura su queste strategie di entrate. Quindi, ri-esaminai le attività di Yaro Starak, Steve Pavlina e Darren Rowse.
Il termine reddito passivo è parecchio ingannevole
Ero troppo accecato dalla possibilità di andare in pensione a 30 anni. Prima di generare un reddito passivo, è necessario costruire e mantenere i propri blog, sviluppando le relazioni con altri blogger, creare e gestire liste di email e far crescere il traffico online nel tempo. Molte persone che timidamente cullano il sogno di crearsi un redditto online passivo in realtà non hanno la minima idea del lavoro che bisogna fare prima di vedere degli introiti.
Non avevo notato nessuno di questi punti quando mi avvicinai a questa nuova realtà. Creare e far crescere un marchio, ispirare fiducia online, sviluppare relazione con i lettori, sono cose che non avvengono dall’oggi al domani.
La prima volta che lessi un vecchio ebook che prometteva di guadagnare denaro in solo sette giorni mi illusi che creare un reddito passivo fosse facile e privo di sforzi, del tipo: «Tutto quello che dovete fare è impostare una pagina e dimenticarvene.»
Quando approfondii l’argomento compresi che il messaggio effettivo era «Un reddito passivo è una fonte di guadagno che necessita di un lavoro iniziale e una costante attività di monitorizzazione.» Per farvi un esempio, immaginate il lavoro di uno scrittore di successo. Si impegna mesi o anni per realizzare la sua opera, ma una volta pubblicata, il suo lavoro è pressoché finito. L’unica cosa che gli resta da fare è promuovere il libro: partecipare a delle conferenze, incontri dal vivo, interviste.
Reddito passivo non è sinonimo di “denaro gratis”. Non stiamo parlando del Superenalotto o di uno lontano zio che ci lascia il suo patrimonio in eredità. Se avete intenzione di procurarvi dei “guadagni facili” allora dimenticatevi di quello che vi ho detto.