Abbiamo visto che le istituzioni finanziarie (banche, SIM, SGR) devono avvalersi obbligatoriamente di promotori finanziari per contattare e proporre soluzioni di investimento ai potenziali clienti, e che il compito del promotore finanziario è quello di analizzare le esigenze e proporre le soluzioni più adatte tra quelle che la società o la banca può offrire.
Al primo incontro il promotore deve, prima di tutto, consegnare all’investitore una dichiarazione della società per la quale lavora e una comunicazione informativa sulle principali regole di comportamento che è tenuto a rispettare di fronte agli investitori. Nella dichiarazione della società devono essere indicati gli estremi dell’iscrizione all’Albo e i dati anagrafici del promotore, gli elementi identificativi della società e l’indirizzo al quale è possibile inviare l’eventuale richiesta di recesso dal contratto eventualmente sottoscritto. La comunicazione informativa è invece una sorta di “carta” dei principali diritti dell’investitore in cui vengono elencati con chiarezza tutti gli obblighi del promotore. Per diventare promotore finanziario è infatti necessario seguire un preciso percorso, come spiegato in questa guida su Professioniecarriere.com.
Durante l’incontro il promotore finanziario fa un’attenta analisi della situazione economico-finanziaria personale e familiare del potenziale cliente, delle sue precedenti esperienze di investimento, della sua famiglia, dei figli, della casa, delle sue esigenze future, degli obiettivi che intende raggiungere e soprattutto sul grado di rischio che è disposto ad affrontare. Lo aiuta a conoscere meglio la propria persona e le proprie esigenze, soprattutto quelle latenti. Risulta essere questa la fase più importante e delicata della trattativa, perchè da un’ottimale raccolta delle informazioni necessarie dipende una buona “consulenza”.
Solo dopo aver completato l’analisi dell’investitore, il promotore passa alla fase operativa della diagnosi (che avviene di solito nella visita o visite successive): l’illustrazione della proposta di investimento, fornendo le informazioni relative al prodotto o servizio, con particolare riguardo ai relativi costi e rischi. La pianificazione finanziaria (asset allocation) che il promotore costruisce e sottopone al cliente deve in ogni caso essere adeguata alla situazione finanziaria dell’investitore, il quale deve ben comprendere il tipo di investimento prospettato ed il livello di rischio che esso comporta.
Se l’investitore è d’accordo, dà il suo assenso ed a quel punto il promotore raccoglie le disposizioni per l’investimento con la firma del contratto o dei contratti, consegna i documenti previsti e riceve i relativi mezzi di pagamento. Al promotore è vietato ricevere dall’investitore denaro contante per la sottoscrizione dei contratti. Il cliente può consegnare solo assegni bancari o circolari con la clausola “non trasferibile”. Inoltre, è possibile consegnare al promotore ordini di bonifico e strumenti finanziari. Il promotore non può accettare mezzi di pagamento diversi da questi, pena la violazione di norme che portano a sanzioni anche molto pesanti da parte della Consob (fino alla radiazione dall’albo).
Del resto l’investitore deve sapere che, non rispettando queste norme e consegnando denaro contante al promotore, potrebbe correre qualche rischio.
Da precisare infine che il cliente non deve dare al promotore alcuna forma di compenso.
Ma il compito del promotore finanziario non si esaurisce con la sottoscrizione dei contratti. Infatti in seguito segue il proprio cliente nel tempo, con un’assistenza continua, e aggiorna periodicamente l’analisi della sua situazione finanziaria, suggerendo le variazioni più idonee al mutare delle sue esigenze ed a quelle dei mercati.
Il Promotore è in sostanza la persona competente dal quale il cliente può ottenere consigli, spiegazioni, risposte ai propri dubbi, e soprattutto un rapporto più personale e un’assistenza continua, che lo sportello bancario raramente è in grado di offrire.