Ci sono tante valute, oltre quelle classiche, sulle quali è possibile investire tramite ETF, relativamente a cui è possibile vedere questa guida sugli ETF su questo blog, che potrebbero presentare delle interessanti opportunità per gli investitori, sia long che short. Alcune delle opzioni che andremo a vedere possono essere viste come scelte ovvie, altre invece sono delle potenziali alternative di rifugio sicuro al dollaro USA. Mentre si può dire che la moneta ETF non è necessariamente così eccitante come il mercato del forex in maniera occasionale, essa permette agli investitori di avere una ulteriore via per diversificare gli investimenti dal dollaro statunitense.
Dollaro australiano. Le prospettive a medio termine per il dollaro australiano sono qualcosa di enigmatico avvolto in un enigma. Come valuta legata alle commodity, la debolezza dell’oro potrebbe pesare. Se la si guarda come una delle valute più rischiose, il dollaro australiano è spesso usato come un indicatore della propensione al rischio globale ed una debolezza prolungata di questa valuta potrebbe essere un segno negativo in termini di coloro che sperano ad un vero rischio di rally.
Inoltre, il rischio associato al dollaro australiano può essere sopravvalutato, anche se la Reserve Bank of Australia ha detto che il dollaro stesso è sopravvalutato. Non dobbiamo dimenticare che l’Australia ha un rating AAA e degli alti tassi di interesse (pari al 3%) per gli standard del mondo sviluppato. Gli Stati Uniti non hanno un rating AAA e hanno dei bassi tassi di interesse. Lo stesso vale per il Giappone. Questi fattori spiegano, almeno in parte, perché il dollaro australiano ha avuto una delle migliori performance in assoluto nel mercato sviluppato contro il dollaro da quando la crisi finanziaria globale è iniziata e perché le banche centrali mondiali continuano ad acquistare valuta australiana.
Andiamo avanti a parlare del dollaro di Singapore. Questo dollaro ha dell’appeal potenziale, dato che Singapore ha dei bassi tassi di interesse e la banca centrale non utilizza il cambio dei tassi di cambio come strumento di politica monetaria. La banca centrale ha recentemente tagliato le previsioni di inflazione al 3 o 4 per cento, dal 3,5 o 4,5 per cento, mentre il PIL del primo trimestre si è contratto del 1,4 per cento. Alcuni operatori di mercato si aspettano che la pressione inflazionistica possa salire nella seconda metà di quest’anno, ma il dollaro di Singapore ha il sostegno del rating AAA di questa città stato.
Il PowerShares DB G10 Currency Harvest Fund è l’ultima considerazione che andremo a fare. La politica di uno yen debole da parte del Giappone sembra finalmente funzionare e hanno fatto tornare il carry trade. Gli investitori ordinari che non vogliono eseguire le proprie operazioni di carry trade nel mercato del forex non hanno bisogno di agitarsi perché il DBV è un carry trade ETF. L’indice è composto da contratti future su alcune valute del G10 ed è stato progettato per sfruttare la tendenza che le valute associate a dei tassi di interesse relativamente alti, in media, tendono ad aumentare di valore relativamente alle valute associate che hanno dei tassi relativamente bassi di interesse.
Il DBV può utilizzare l’intero “regno di valute” del G10 e ha delle partecipazioni che includono, come posizioni “long” anche l’Australia, la Nuova Zelanda e la corona norvegese. Le posizioni “short” del DBV sono invece stanziate dall’euro, dallo yen e dalla valuta franco svizzero. L’ETF è in crescita di una percentuale pari al 4,4 per cento se calcolata anno su anno.